JULIE MEHERETU-STADIAIII -2004-


L'autrice del dipinto solitamente nelle sue opere utilizza l'astrattismo per decomporre paesaggi urbani su ampia scala.Le sfaccettature che la città ci offre nella quotidianità,con i suoi mille volti (e figure)sono riproposte dall'artista con altrettante geometrie,colori e segni che vanno a formare una commistione di geometrie dinamiche che sembrano scivolare sulla tela,(facendo restare nel centro solo vegetazione) così come un'automobile su una strada vista da lontano.In particolare la geometria e il peso della composizione fa venire in mente il quadrante di roma delimitato dalla prenestina e via casilina    
 che contiene la famosa raggiera di Quaroni;la zona in questione è a ridosso di uno dei UNlost territories(53-andriulli/A24);si potrebbe pensare di poter operare una sorta di operazione
chirurgica:cercare di riconnettere il sistema del verde e la percezione di questo,per poterlo integrare nella città,non lasciandolo solo come area di confine tra l'autostrada e le arterie stradali adiacenti.




Le piccole geometrie colorate che appaiono nella tela,fanno pensare a delle bandierine come quelle poste per decorare strade in feste di quartiere o di paese,scatenando nell'osservatore gioia e dinamicità;in ugual modo dovrebbe essere vista la città:come momento sociale nel quale siamo liberi di essere a contatto tra di noi,dovremmo essere liberi di esplorarla;il verde,in tutto   questo,deve necessariamente collocarsi      
all'interno della zona d'azione in cui viviamo.








MARIA LAI-TENENDO PER MANO IL SOLE(HOLDING THE SUN BY THE HAND)

DINAMISMO
''mi dissi apri un libro di poesie.Non basta che tu legga una,due volte,tu devi leggere cercando fra una parola e l'altra il ritmo.Non solo il ritmo,questa poesia deve uscire dalla tua bocca a ogni parola,a ogni poesia,deve divenire la tua.''

Il ritmo di cui parla l'artista lo si può ritrovare in quello che scandisce il funzionamento  di un telaio meccanico:la filatrice infatti,muove la lana con un tempo(il ritmo) creando cosi,passo dopo passo, la sua opera;in ugual modo potrebbe essere considerata la città;in effetti tutto ciò che è dinamico o più in generale,che si muove ha i suoi tempi,le sue attese e le sue fermate;l uomo stesso in questo scenario diventa attore del movimento.Quest'ultimo(considerato come ritmo della lunghezza,quindi della distanza e direzione) può assumere connotazioni differenti in base all'utilizzo che ne facciamo:

-può essere continuo e lineare,cosicchè se                                                  avessimo tante distanze diverse e una unica
direzione,potrebbero non incontrarsi mai o per lo più sfiorarsi l'un con l altro(potrebbe essere paragonato a due auto che condividono una tratta di strada,che però poi abbandonano per tornare sul loro percorso;ma potrebbe anche essere paragonato alla vita di ognuno di noi,ci si conosce,ci si incontra e si prende strade diverse);












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